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sabato 19 gennaio 2008

La meccanica della corsa

Parliamo di nuovo della meccanica della corsa, andando ad analizzare i movimenti del nostro corpo durante questo sport.
La corsa può essere considerata un'azione molto semplice, data la sua naturalezza, e allo stesso tempo molto complicata, data la complessità della sua dinamica.
I fattori che posso influire sulla dinamica sono tanti, basti pensare alla struttura anatomica, alla corporatura, alle proporzioni corporee, alla forza e alla flessibilità che ciascuno di noi possiede, per capire che ogni individuo corre in maniera diversa da tutti gli altri.
Esistono comunque delle basi meccaniche comuni a tutti, andiamo ad analizzare parte per parte l'azione combinata del nostro corpo, durante la pratica di questo nostro sport.
  • L'Azione delle gambe.
Nella dinamica della corsa dobbiamo innanzi tutto distinguere due fasi: una fase di contatto con il terreno e una fase di volo.
  • La fase di contatto con il terreno può essere a sua volta suddivisa in fase di appoggio e fase di spinta. Durante l'appoggio il piede prende contatto con il suolo inizialmente con il bordo esterno; in seguito sostiene il peso del corpo sulla parte anteriore della pianta (nelle corse veloci), o sulla pianta quasi intera, nelle corse a velocità moderata. Al momento dell'impatto a terra si genera una forza di grandissima importanza, cioè la REAZIONE. Questa, insieme al peso del corpo stesso, causa il cosiddetto caricamento: l'arto inferiore, quasi completamente disteso al momento dell'appoggio, cede piegandosi leggermente. Il caricamento è controllato, e mantenuto entro brevi limiti ragionevoli, da una contrazione del muscolo anteriore della coscia, il quadricipide. Durante l'impatto sosteniamo mediamente un peso pari a circa due o tre volte il nostro peso corporeo. Nella fase di spinta è la contrazione dei muscoli del polpaccio, insieme a quelli del piede, che permette prima al tallone e poi all'interno del piede di staccarsi dal terreno
  • Nella fase di volo si ha invece la contrazione dei muscoli della gamba, della coscia dei glutei, per far sì che l'arto sia portato in assetto giusto per effettuare una nuova fase di appoggio. Una volta che il piede si è staccato da terra, la gamba si piega, il tallone sale in direzione del sedere e il ginocchio sale a sua volta verso l'alto. Più veloce sarà la corsa e più in alto salirà la coscia. Infine la gamba viene ridistesa, pronta per essere di nuovo appoggiata a terra. Nelle corse di lunga distanza, questa azione dinamica è molto più bassa, nel senso chè la coscia non sale molto, perchè è una corsa chiamata a risparmio.

  • L'Azione delle Braccia e del Busto.
Il movimento della braccia è strettamente coordinato con quello delle gambe. Devono essere tenute naturalmente flesse con un angolo di circa 90°, senza essere mai distese, oscillando con un movimento non troppo ampio. La loro distensione si applica ogni 5km circa per rilassare i muscoli del collo e delle spalle, che durante la corsa si possono a volte irrigidire.
Il busto sopporta e assorbe quell'eccesso di carico che sosteniamo durante la fase di appoggio a terra del piede.
Ovviamente, sia il movimento delle braccia che quello del tronco sarà più lento nelle corse lente, è più esasperato man mano che la corsa aumenta la velocità.

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